Martedi 15 Ottobre 2019
Le innovative bioplastiche per agricoltura ad Agrilevante
Si è tenuta dal 10 al 13 ottobre 2019 a Bari, Agrilevante – “Colture e Mezzi tecnici innovativi: un futuro per il Mediterraneo” la manifestazione più importante dedicata al settore primario nell’intero bacino mediterraneo, organizzata dall’associazione Chimica Verde Bionet con Federcanapa e Itabia (Italian Biomass Association), e in collaborazione con Regione Puglia, Legacoop, Federbio, Università degli Studi di Bari Aldo Moro, Agriplan srl.
Durante la giornata sono stati ospitati incontri e workshop tematici, incontri B2B per le imprese, il laboratorio sui colori di origine vegetale, l’area espositiva “Filiere innovative” e comsumer test per prodotti alimentari tradizionali.
L’11 ottobre, si è tenuta una sessione interamente dedicata alla bioeconomia circolare, per presentare le molteplici opportunità del settore per le aziende agricole. A partire dall’inquadramento della strategia europea sono stati affrontati i temi della gestione sostenibile dell’intero ciclo produttivo, come nuove tecniche colturali per la fertilità del suolo, il controllo delle infestanti e la gestione dei residui fino agli aspetti innovativi del packaging sostenibile.
In questa occasione, Sara Guerrini, Agriculture Public Affairs di Novamont, ha illustrato i benefici delle applicazioni agricole in bioplastica, come il telo biodegradabile in suolo di origine rinnovabile per la pacciamatura, che al termine del ciclo di coltivazione il viene lavorato nel terreno dove per azione dei microrganismi biodegrada senza alcun rischio.
Il telo per pacciamatura biodegradabile in suolo riduce i costi di manodopera e la produzione di rifiuti plastici. È anche un'opportunità per alcune colture che soffrono l'effetto delle erbe infestanti normalmente non pacciamate, come asparagi, vite, pomodori industriali, riso ecc. Prove sperimentali sulla coltura della vite hanno mostrato elevate prestazioni sullo sviluppo della struttura delle radici a causa di una maggiore permeabilità. Le prove su riso, invece, hanno mostrato un risparmio di semi dell'80%, una precoce germinazione e nessuna applicazione di input chimici.