Telo per pacciamatura in Mater-Bi per il pomodoro da industria



Il pomodoro da industria è la coltura mediterranea per eccellenza. L’Italia è il principale produttore europeo con oltre 75.538 ha coltivati (Dati Istat 2017), seguita da Spagna e Portogallo. A partire dai primi anni del 2000 i teli in MATER-BI sono stati commercialmente ed estensivamente utilizzati in alcune delle principali aree europee produttrici di pomodoro.

Pioniere in questo settore è stata la regione della Navarra, dove oggi l’80% dei teli di pacciamatura utilizzati sono biodegradabili. In Italia la prima grande realtà consortile ad usare le pacciamature in MATER-BI nel Nord Italia è stata il CIO - Consorzio Interregionale Ortofrutticoli. Nel Sud Italia, in Puglia e Campania crescenti quantità di teli biodegradabili sono state utilizzate.
 
Quali sono le ragioni che spingono ad introdurre i teli biodegradabili nella coltura?
Nella regione spagnola della Navarra si coltivano ca. 2000 ha di pomodoro da industria, quasi interamente pacciamato.  Negli anni è stato evidenziato un problema di incremento di residui plastici nei terreni.  La maggior parte dei terreni usati per il pomodoro vengono affittati e per tale ragione devono essere riconsegnati puliti. I teli in MATER-BI offrono un'alternativa agronomicamente ed ambientalmente efficiente. Grazie alla loro biodegradabilità non lasciano residui in campo e presentano prestazioni meccaniche ed agronomiche assolutamente assimilabili a quelle dei teli in plastica convenzionale. La regione Navarra dal 2009 ha anche inserito i teli biodegradabili nelle misure ambientali dell’OCM (Organizzazione Comune di Mercato), per supportarne l’uso presso le Organizzazioni di Produttori, considerandone il loro valore ambientale. In Navarra circa l’80 % della superficie pacciamata utilizza teli biodegradabili in MATER-BI.

In Italia, CIO - Consorzio Interregionale Ortofrutticoliha svolto ampie sperimentazioni di campo per verificare l’effetto dell’introduzione di teli biodegradabili nella coltura di pomodoro, nelle principali aree vocate alla coltura nel Nord Italia. In questo caso la Cooperativa si è posta l’obiettivo di ridurre l’uso di diserbanti, ricorrendo ad una tecnica tipica dell’orticoltura, la pacciamatura, utilizzando materiali innovativi come il MATER-B, che non introducessero ulteriori operazioni nel fine vita, non comunque possibili per la natura della coltura e per la sua completa meccanizzazione in raccolta (rimozione e smaltimento delle pacciamature plastiche). I teli di pacciamatura in MATER-BI hanno consentito di controllare adeguatamente le malerbe sulla fila e al contempo di evidenziare altri vantaggi per la coltura: a livello radicale, le piante pacciamate hanno sempre sviluppato un maggiore apparato radicale (grazie all’incremento delle temperature e maggiore persistenza dell’umidità sotto il telo), e portato ad un anticipo produttivo, una maggiore concentrazione della produzione, oltre che a risultati agronomici superiori per quanto riguarda la produzione sull’ettaro. La tecnica è stata verificata anche per la coltivazione biologica, dove il controllo delle malerbe è sicuramente uno degli aspetti più problematici e viene normalmente eseguito meccanicamente. La soluzione si è dimostrata particolarmente efficace anche per questo sistema colturale. Per il pomodoro, soprattutto nelle aree del Sud Italia e per i trapianti tardivi sono stati sviluppati teli coestrusi bianco-neri o verdi. In questo modo le giovani piantine non subiscono stress termici tipici della stagione estiva e  che potrebbero comprometterne lo sviluppo.

In Puglia su 20 mila ettari di pomodoro da industria circa 4.000 sono oggi pacciamati e di questi il 30% con MATER-BI. La superficie pacciamata in MATER-BI è destinata alla raccolta meccanizzata del pomodoro, che non sarebbe possibile utilizzando il telo convenzionale in quanto comporterebbe il blocco degli organi meccanici.